Sant'Agata ci dimostra che la forza della fede è capace di porre un freno a qualsiasi tipo di fenomeno violento.

Il proconsole Quinziano, Governatore di Catania, arrivò a farla arrestare e torturare pur di farle negare pubblicamente la sua fede in Cristo: agata perse il seno, ma non il senno.

Protetta da un velo rosso che non bruciava mai, nemmeno sul rogo a cui la Santa fu condannata, Agata spirò per le ferite ed esattamente un anno dopo, il 5 febbraio del 252, l'Etna decise di dimostrare con cenere e lapilli il proprio dolore per la scomparsa della ragazza.

Il popolo catanese corse quindi alla tomba per recuperare il miracoloso velo rosso, che fu capace di bloccare il flusso di lava eruttato dal vulcano, venendo utilizzato anche successivamente, più volte, ogni volta che l'Etna minacciava la città.

La fama di Sant'Agata crebbe talmente tanto rapidamente che la sua tomba divenne fin da subito la sede di numerosi pellegrinaggi: tra le visite degne di nota ricordiamo quella, agli inizi del 300, di una futura Santa Lucia.

 

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